Se ancora oggi la piazza
sembra rispondere all'appello di Silvio Berlusconi, circa la sua inflessibile e
indeflettibile decisione di non mollare (io sono qui; io resto qui; l'ha detto
il Cavaliere al suo popolo), all’interno del Pdl e tra i giornalisti, si vedono
le crepe. E sono soprattutto i giornali fedeli da sempre a Berlusconi a
esprinmere pessimismo. Gianpaolo Pansa su Libero ha detto: "Berlusconi non
ha futuro"; l’ex ministro Urbani da La Stampa , spiega che andare ai
domiciliari "sarebbe la cosa più saggia"; Vittorio Feltri, in una
recente intervista al Fatto Quotidiano ha detto: "Non esistono vie
d’uscita. La grazia non sta in piedi perché esistono procedure particolari e
non la chiederebbe mai. L’amnistia è esclusa. Il Parlamento, poi, non si
lascerà sfuggire l’occasione per togliersi dai piedi il nemico di sempre".
Secondo Feltri "la minaccia di far cadere il governo non regge perché
Napolitano tenterà di dare vita a un altro esecutivo di scopo a cui
aderirebbero anche i Cinque Stelle". Nel Pdl, che in questo periodo di
sbandamento non riesce a ricompattarsi - dice ancora Feltri - ci sarebbe
sicuramente una parte di parlamentari che, facendo appello al solito senso di
responsabilità, aderirebbe a un Letta bis. È inutile mentire a un Berlusconi
che cambia idea e umore, ogni due giorni perché la verità è che è in trappola.
Questa volta credo sia davvero finita". In altre parole, Vittorio Ferltri
ha recitato il "De profundis" politico per Silvio Berlusconi.
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